album-art

SHIVER
“…I VioladiMarte già nascono grandi, lo svezzamento è cosa d’altri, e la loro sindrome è solamente una linfa da assaporare come uno spregiudicato senso eccitante che arriva da Sud per violentare tutti gli altri quattro punti cardinali e competere sulle strategie di bellezza della nuova ondata di note, accordi e poesia che faranno la differenza. Magnifico!…”
(Max Sannella)

MUSIC ZOOM
“…i Violadimarte consegnano al pubblico un lavoro di sano rock viscerale, a tratti esistenziale, strutturato in dieci efficaci brani collegati tra loro nella forma di un concept sull’ormai desolante quotidianità che avvolge le nostre essenze in una morsa di apatia ed indifferenza.
I pezzi scorrono veloci, entusiasmanti, alternando veri e propri sfoghi rancorosi a dolci ballate di miele, come Madeleine, per me il pezzo più toccante del lotto…”
(Stefano Ricci)

MELODICAMENTE
“…Qualche volta, nel panorama musicale italiano, nasce un gruppo diverso, un gruppo che quando lo ascolti ti chiedi per quale motivo sia nato in Italia e non Inghilterra o in America, patrie musicali ben più adatte a quella musica…”
(Stefano Pellone)

RADIOBOMBAY
“…i tratti fondamentali e inconfondibili del gruppo si notano nelle perfette armonie che fanno da tappeto alla struggente voce di Joe Santelli, che riesce perfettamente a catturare l’intera attenzione su di sé e sulla sua musica grazie ai testi e alle espressioni che si incastrano magnificamente in un gioco di cambi di tonalità, ritmi lenti, chitarre ora dolci, ora distorte. Il disco rappresenta un vero e proprio concept-album che traccia una storia fatta di musica e parole che seguono l’esperienza e la crescita artistica di Joe Santelli (voce e chitarra), il quale come un bravo attore fa della sua musica un’arte per tutti e porta in scena i diversi colori che il disco assume, interpretando alla perfezione musica e versi, in un crescendo di ritmi intensi ed emozionanti…”
(Stella Tavella)

PLAYBOY
“Senti bussare alla porta di casa tua. Dall’altra parte senti quest’album. Capisci subito una cosa semplice. Se apri e lo fai entrare non potrai più farlo uscire. Resta lì. Ti entra dentro. Non è qualcosa di facile e per usare un termine ormai abusato e che odio è ricercato. Forse per questo che bussa.”
(Carlo Negri)

IL SILENO
“…Musiche ricercate e testi complessi uniti dall’uso insolito del violoncello che conferisce morbidezza e capacità di riflessione nelle parti più complesse dei testi. “Sindrome dei panda”, dunque, apparente chiusura verso l’altro, ma speranza e certezza; senza mettere radici nel prossimo, si avverte la progressiva morte dell’anima, come suggeriva a suo tempo Leone Tolstoj. Chiusura che si avverte nelle prime note di “Lacrime di vetro blu” dove rabbia e delusione straripano come un fiume in piena, fiume che placa i suoi animi nella più dolci parole di “Il tempo non sente”, dove l’ incontro con l’altro diventa addirittura fonte di vita, proprio come il bambù per i panda. E ancora nella romantica “Madelene” dove l’ insalubre difficoltà del mondo esterno, (anche quello familiare) trova ristoro nelle braccia del vero amore attraverso tre importanti parole: “portami”, “con”, “te”.
(Carmen Cospite)

PEOPLE LIFE
“… i VioladiMarte sono affetti da “Sindrome dei Panda” e sanno che l’unico modo per curarsi è avviare una rivoluzione interiore…consapevoli, inoltre, che la cura potrebbe essere la sindrome stessa. Il disco dei VioladiMarte si dipana come un concept-album, un percorso che prende le mosse da un viaggio interiore di ricostruzione e crescita del leader della band Joe Santelli (voce e chitarra).
Uno Psycho-Rock dalle venature Indie che trova in una poetica criptica ed ermetica la sua espressione…”
(OnMag Promotion)

ONDA CALABRA (Live acustico)
“…E quando la band di Joe Santelli accende i comandi della nave alla chitarra, assieme a Paolo Chiaia al fender rhodes e Stefano Amato al violoncello e al sintetizzatore, ecco sopraggiungere una placida epidemia, schiudendo il cuore più profondo di un linguaggio sonoro, che racconta di un viaggio interiore di ricostruzione e crescita emozionale capace di impossessarsi di tutto e di tutti…”
(Redazione)

IL QUOTIDIANO WEB
“…La miscela è stata messa a punto con immediata maturità dai VioladiMarte. Maturità nel senso di compiutezza di uno stile preciso, già riconoscibile. Miscela, dunque, fatta di rock duro, orientato in senso fortemente giovanilistico, con qualche nostalgia anni Settanta, un tenebroso e iper-melodico sapore post-grunge, un approccio che ci porta dalle parti dei primi Radiohead. La band cosentina sta ricevendo buoni riscontri, e infatti non mancano certo pregi al debutto…”
(Gianluca Veltri)

I THINK MAGAZINE
“…Alla ricerca dell’innocenza perduta, i Violadimarte sfoderano composizioni di elevato rilievo (in particolare la sognante Alberi D’ Amianto, la lucida Paragioia e la vibrante e inquietante Male Di Te), tra le quali merita segnalare uno degli episodi più riusciti del disco, la ballata acustica Madeleine, dove la band demolisce il roccioso muro del suono costruito nelle tracce precedenti per dare anima e voce all’unica forma di redenzione possibile (chiamatela amore, passione, vertigine), capace di scuotere l’apatia quotidiana e di innescare un contatto empatico idoneo a costituire il più efficace antidoto alla “sindrome dei panda” che attanaglia l’Occidente (“Madeleine, prendi il mio peccato e portalo con te”)…”
(Giuseppe Ronzino)

CAUSAEDEFFETTO
“…Il neologismo “Paragioia” è il titolo della canzone che ondeggia tra sentimenti contrastanti, imprevedibili e un testo complesso ma che si lascia ascoltare. “Madelaine” e “Il tempo non sente” sono ballate soffuse, immerse in una nuvola di fumo tiepido.Il disco “La sindrome dei panda” contiene musica vera, suonata e interpretata con passione. Il rock e ballate intense sono il cuore di questo disco. Orecchiabile ma con testi profondi, aperto a brani più strumentali e ad altri più ricchi di parole. Il risultato è interessante….”
(Daniele Mosca)

EXTRA MUSIC MAGAZINE
“…Effettivamente della “sindrome” ha parecchio, innescando fin dal primo ascolto un meccanismo di lento contagio, capace di condurre poi all’assuefazione totale…”
(Nicolina Di Gesualdo)

DISTORSIONI
“…l’iniziale Lacrime Di Vetro Blu è adeguata a farci capire cosa ci aspetta, con la batteria ad aprire le danze, una prima parte eterea che annuncia il finale a base di chitarrone a go-go. Si prosegue con Alberi Di Amianto, sulla stessa falsariga, con la strofa appoggiata sull’arpeggio della chitarra acustica e sul tappeto del basso e della batteria, per crescere di tono nei ritornelli, un pezzo assai riuscito…”
(Luca Sanna)

BUSCADERO
“…i cinque hanno buone capacità tecniche, le canzoni vantano una buona scrittura e gli arrangiamenti sono ricchi e stratificati. C’è pure una certa abilità nel saper giostrare il contenuto dinamico della scaletta, con un buon equilibrio tra affondi chitarristici e momenti più intrisi di malinconia…”
(Lino Brunetti)

RADIO TRAMPA
“…Il cd dei VioladiMarte è composto da dieci brani. Si parte dalla consapevolezza delle scelte che condizionano la vita umana, dalle quali scaturiscono Lacrime di Vetro Blu, per poi analizzare la paura di fallire e di diventare “normali” e la conseguente scelta di cercare rifugio in un bosco di Alberi d’Amianto. A suon di chitarre distorte e violoncello, in Male di Te si appalesa quel male di vivere – “dolce terrore e silenzi che parlano di noi” – che può essere placato soltanto da un infido Anestetico capace di regalare favole, fiori e poesia…”
(Accursio Soldano)

SALTINARIA
“…Il loro meglio lo danno quando si avventurano più in là possibile dalle sonorità di facile impatto, come nell’irresistibile “L’Anestetico”, ma nella struggente e delicata “Madeleine” dimostrano di cavarsela egregiamente anche al di fuori dai più consueti territori incazzosi.
Insomma, per avere successo manca solo Caterina Caselli. Grazie a Dio….”
(Fabrizio Corgnati)

MESCALINA
“…riescono a catturare la carica vitale dei testi, la voglia di non farsi sopraffare dal mal de vivre, di non estinguersi placidi come panda.
Alberi d’amianto è un esempio di questo dondolare tra l’abbandono e l’anelito all’ossigeno della speranza (“Svegliati che ti do un po’ del mio ossigeno […] ma tu preferisci urlare”) e all’accettazione dei propri limiti…”
(Arianna Marsico)

ONDA CALABRA
“…La sindrome dei Panda” è un album robusto e stimolante che non conosce pause ed in cui i brani introspettivi sono quelli che sanno farsi apprezzare maggiormente. Su tutti “Paragioia” che si libera dalle spire di una ballata, salendo di tono nel finale con l’incandescente assolo di chitarra…”
(Andrea Panella)

INQUIETO NOTIZIE
“…”La sindrome dei Panda” è un bel lavoro a 10 strati (tanti sono i brani che lo compongono) denso di suoni e colori, che identifica l’apatia e la (dis)illusione dell’uomo e il suo disordine di vivere nella quotidianità.
Il materiale sonoro presentato in giro per l’Italia, la dice lunga sulle attitudini musicali della band, spaziando dal Brit-rock dei Seventies alle energetiche impressioni rock dei nostri tempi, e l’uso intelligente della lingua italiana li colloca in un contesto senza frontiere…”
(Pino Romeo)

IL QUOTIDIANO DELLA CALABRIA
“…Testi introspettivi che si snodano su note mai amare e stridenti. Si attraversano brani dai sapori dolci della musica classica come “Madeleine” per poi passare al rock psichedelico di “A testa in giù”…”
(Maura Zinna)

KDCOBAIN
“…10 canzoni costruite attentamente attorno ad un’energia caratterizzata da un sound rock che risente di varie influenze, da quello classico a quello elettronico – moderno, il tutto con una forte consapevolezza musicale che dà vita ad uno stile personale e ricercato, ottenuto anche grazie all’uso di un violoncello…”
(Federico Di Massimantonio)

RADIOLAND
“…Rabbia, inquietudine, amarezza e “paragioia” sono sentimenti che serpeggiano nel disco dei VioladiMarte sembrando, a tratti, essere letargici assassini, pronti a colpire; presenti ma distanti, repressi dall’underground, coagulati in quella pericolosa disillusione che si vede far capolino tra le mura dell’entusiasmo. I momenti di pura introspezione si fanno preferire, e laddove emergono le chitarre, che Santelli “tocca” con rara maestria…”
(Rosanna Erdoge)

NEWZ
“…La Sindrome dei Panda sembra una sorta di Compromesso fra l’anima (sound) più inquieta del gruppo con quella piu melodica (testi)…”
(Cinzia Misuraca)